Giochi da tavolo: comunicare il nostro hobby.

Nei vari blog, forum e gruppi facebook di noi comunità di giocatori da tavolo c’è spesso un tasto che mi sembra quasi imbarazzato:

Parlare agli esterni del nostro hobby – sul quale peraltro siamo spesso preparatissimi.

IL CONTATTO A FREDDO

Conosciamo come un game designer ha declinato tutte le sue meccaniche nei vari giochi, poi appena parliamo di Giochi da Tavolo ad amici generici, quelli rispondono “Risiko e Monopoly ?” e vediamo la capacità dialettica andare in blackout, generalmente rispondendo sulla difensiva e risultando efficaci zero. 

La comunicazione è un’arma potente; usiamola in modo intelligente (se professionale sembra troppo…).

  • “E sai, sono un patito di giochi da tavolo, spesso facciamo delle serate con un gruppo che sono diventate un sacco appassionanti”
  • Giochi da tavolo? Cioè Risiko?
  • —tilt—

Allora, già che vi si facciano domande è positivo. Significa che l’altro ha percepito emozione, ed è incuriosito. Se saremo persuasivi potremo stimolare interesse sincero in lui e condividerci dei momenti memorabili. (Sto parlando di concetti da psicologia di vendita livello base base).

Il problema è che qui parte il: “ma nooooooo, risiko è il male, ci sono i german, il game design, la strategia. Risiko è pieno di difetti e i giochi miei so molto meglio“. Ucciso un potenziale aggancio. 

Sapete come la penso? Invidia del pene. Quella di Freud. Anzi l’invidia del pene di Freud è ancora dibattuta scientificamente, ma l’invidia del risiko/monopoly è verità quanto la morte e le tasse di Joe Black. 

Invece di rifiutare un confrontorendiamo partecipi. 

  • Non come Risiko e Monopoly: ti faccio un esempio. Hai la patente?
  • Beh sì
  • Perfetto allora guidi una Panda?
  • … no veramente ho una Smart.
  • Ecco! Immagina che Risiko e Monopoly siano le Panda; usciti cinquant’anni fa, hanno iniziato tutti con quella. Ma ora ci sono le Volkswagen, Opel, Alfa Romeo. Così è anche per i giochi da tavolo; questo era solo per darti una idea, poi magari posso raccontarti di più.”

Un discorso del genere non vi lascerebbe tremendamente incuriositi? Dai, ora chissà quali sono le Opel, le Alfa Romeo e le Volkswagen…

Ci sono altre due metafore che spesso uso:

  • A che tipo di cose giocate?
  • Guarda ormai i giochi sono come i libri o i film. Considera che ne escono 1000 all’anno, di tutti i generi. Magari fantascienza, magari fantasy e guerra, magari giochi tipo scacchi o giochi per far caciara tutti insieme. Ne conosciamo tanti e in base a quello che ci va di fare scegliamo.

Invece, quando si tratta di eventi divulgativi sul gioco da tavolo, cito spesso lo chef o il sommelier.

  • Vedi, faccio il divulgatore di giochi. Ne ho tanti, e per stare in compagnia con gli amici scelgo dei titoli diversi che possono piacere ai loro gusti. E’ come se combinassi dei sapori. Magari giochiamo a un gioco strategico e impegnativo e di contorno ci mettiamo un giochetto veloce e buffo per spezzare.  All’inizio una persona non sa cosa può piacergli, così io lo guido e gli propongo un menù.

E’ così che, spesso, allestendo serate con giocatori non ancora autonomi, chiedo che tipo di cose vogliono giocare, (action, party game, gestionale, narrativo, finanziario, battaglie/guerra) e parlo spesso loro del fatto che scegliamo dei sapori e li combiniamo insieme.
Così facendo non “evangelizzo” il gioco di quel momento – che può causare imbarazzo al giocatore che non lo capisce o a cui non piace: invece il messaggio che passa è semplicemente “Assaggia questi piatti e poi mi dici se ti piacciono.” Con queste premesse, l’atmosfera sarà molto più distesa.

Queste metafore riportate non pretendono di diventare canone per nessuno, ovviamente, ma vogliono solo stimolare a vedere il proprio micro-mondo ludico in modo aperto e dialogante con tutte le realtà che possono trovarsi intorno a noi.

Troviamo punti in comune con l’esterno, per riuscire a dialogare con esso.

Rimando a questo video di Teooh per chi non lo avesse visto: come sempre, è molto efficace a livello comunicativo e fornisce tanti spunti interessanti.

IL CONTATTO PUBBLICO

Chi mi conosce dal vivo o in Rete sa che vivo e penso il gioco come tutto fuorché nerd, confinato suo malgrado in una arena nerd. Intendo, i giochi il più delle volte si vedono nelle fumetterie, o nelle fiere nerd, o quanto di più antitetico alla concezione di gioco che dò anche in questo blog. Non è un male l’ambiente nerd. E’ solo un segmento dei molti a cui il gioco può rivolgersi. 

Le serate ludiche divulgative sul territorio (laddove non ci siano ancora associazioni) per lo più si propongono nei pub. Io le sogno nei ristoranti, o ho chiesto ai centri commerciali se potessi giocare consumando ai tavolini, davanti a tutti, per rompere la prospettiva “nerd reclusa” e mostrare invece come normale una realtà sociale apertissima e inclusiva.

Ma se voglio propormi a ristoranti, librerie o altro (se un giorno riuscirò a farlo sarà una conferma della mia idea) non posso presentarmi con lo zaino pieno di zombi, “figurine di magic” e astronavi di Star Wars. E allora via di eleganti scacchistici, giochi gestionali a tema commerciale/finanziario, simulativi storici, o qualsiasi cosa abbia un impatto visivo più serio e maturo. Va bene il cartoon, ma deve essere una fra tante opzioni, non tutto ciò che esiste.

Tanto questo quanto il punto precedente prevedono naturalmente una disponibilità di titoli ampia, capace di spaziare almeno un po’ a cavallo di tanti generi diversi. 

Nel corso dell’Eretum Celtic Festival, un evento locale tenutosi nella mia zona e di cui ho coordinato l’area ludica, ho esposto queste slide preparate apposta per trasmettere un messaggio trasversale, non solo nerd, sulle attività che stavo offrendo al pubblico. Molto spesso sono passate inosservate, ma qualcuno si è fermato a leggerle spontaneamente.

Quanto è stata potente una comunicazione per incuriosire adulti o genitori a leggere (attività oggi tanto evitata) un qualcosa sul mondo del gioco? In fondo esso non ha fama di esser cosa seria!

Vi esorto dunque a lavorare sulla vostra comunicazione, attraverso tutti i canali possibili. Come strumento utile vi lascio le slide da me preparate. Io le ho stampate e fascicolate in un quadernino, ma potreste appenderle, proiettarle…

L’importante è far capire che sappiamo che, mentre facciamo giocare le persone, stiamo facendo anche molto altro.

 Ale Friend

start

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Le slide seguenti invece sono stampe ottimali per introdurre il vasto mondo del boardgame a un solo colpo d’occhio; le ho concepite per introdurle in stand o tavolate dimostrative presso librerie o locali gastronomici. Possono anche essere utili al vostro negozio.

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6 pensieri su “Giochi da tavolo: comunicare il nostro hobby.

  1. Umberto Quassolo ha detto:

    Grazie per l’ottimo articolo! Siccome ho un interesse nell’ambito delle demenze, ti chiederei la reference dell’articolo uscito sul New England, in modo da leggermelo in maniera approfondita perchè mi interessa davvero un sacco

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